I carnefici stranieri di Hitler by Christopher Hale

I carnefici stranieri di Hitler by Christopher Hale

autore:Christopher Hale
La lingua: ita
Format: epub
editore: Garzanti
pubblicato: 2012-05-18T04:00:00+00:00


A Riga, gli ufficiali dell’esercito lettone seguivano attentamente gli sviluppi in corso in Estonia. Erano tutti ardenti nazionalisti, ma anche appassionati filotedeschi. Non pensavano che i lettoni fossero meno meritevoli dei favori di Himmler rispetto ai loro camerati estoni. Nel 1940, molti ufficiali dell’esercito lettone erano fuggiti in Germania per sottrarsi agli orrori dei sovietici. Tra loro c’erano i generali Rūdolfs Bangerskis, Artūrs Mihails Silgailis e Oskars Dankers. A Berlino, Silgailis e alcuni altri ufficiali erano stati reclutati dall’Abwehr e addestrati in un campo militare della Prussia orientale. Alla fine di giugno del 1941, il capo dell’Abwehr ammiraglio Canaris promosse Silgailis a Sondeführer, fornì ai suoi uomini uniformi tedesche, e quando la Wehrmacht entrò in Lituania li distribuì in varie unità tedesche affinché compissero missioni clandestine dietro le linee nemiche. Uno dei più accesi filonazisti dell’amministrazione lettone era il tenente colonnello Voldemārs Veiss, che era stato addetto militare presso l’ambasciata lettone in Finlandia. Veiss era un fanatico anticomunista. Accusava la «ebrea» NKVD (la polizia segreta russa) di aver ucciso dei suoi familiari, e aveva sete di rivincita. Nel confuso periodo immediatamente successivo all’invasione tedesca, il comandante del SD, Stahlecker, si affidò sia a Veiss sia a Viktors Arājs per reclutare ausiliari lettoni da impiegare in operazioni di «pulizia». A metà luglio, Veiss e il suo altrettanto brutale braccio destro, il tenente colonnello Roberts Osis, avevano assunto il controllo di tutte le milizie lettoni nella zona di Riga, fatta eccezione per il commando Arājs. Con le armi catturate ai francesi e ai cechi, questi battaglioni Schuma, come gli uomini di Arājs, setacciavano le campagne dando la caccia agli ebrei e ai «banditi» comunisti. Alla fine di ottobre, le SS iniziarono a schierare i miliziani baltici sulla linea del fronte, prima nella zona di Leningrado, vicino alla provincia di Staraja Russa, poi in Ucraina e nella Russia meridionale per combattere i partigiani. Veiss e gli altri comandanti lettoni svilupparono un piano per cedere volontari in cambio di favori politici. Nel dicembre 1941, Rosenberg fornì involontariamente alle SS un prezioso mezzo di reclutamento. In quanto ministro dei Territori orientali, emanò un decreto che rendeva il lavoro al servizio del Reich (RAD) obbligatorio per tutti i cittadini lettoni, di entrambi i sessi. Per essere autorizzati a proseguire gli studi, gli universitari dovevano fare un anno di lavoro obbligatorio. Quando i lettoni si presentavano agli uffici del RAD, incontravano regolarmente rappresentanti delle SS e del SD che offrivano ai giovani maschi una «scelta» tra un lavoro massacrante in Germania e l’arruolamento in un’unità di polizia o in un battaglione Schuma.

Era sempre più evidente che per molti giovani lettoni i battaglioni Schuma avevano perso ogni attrattiva. Poiché la maggior parte degli ebrei lettoni erano stati uccisi, e l’omicidio di massa era stato demandato ai campi di concentramento, il lavoro della sicurezza si era molto ridimensionato. Analogamente, il SD aveva meno bisogno di «cacciatori di uomini». Nella nuova situazione, il servizio militare appariva molto più attraente. Nel giugno 1942, l’HSSPF Friedrich Jeckeln, che aveva architettato il massacro



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